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La terza edizione del Festival Articolo 27 ha portato nel centro storico del capoluogo il meglio della riflessione e dei progetti attivi in ambito carcerario con un fitto programma di iniziative provenienti da tutta Italia
Una “sindrome collettiva che aggrega l’Italia migliore”: così l’ex ministro Renato Brunetta – ora presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) – ha sintetizzato il suo punto di vista sul mondo delle attività che ruotano intorno al carcere, in occasione del convegno di apertura del Festival Articolo 27, che si è tenuto venerdì 12 settembre nel cortile del Comune di Cuneo, allestito per l’occasione come Salotto da Fondazione Industriali Ets.
Questo è stato lo spirito che ha caratterizzato tutta la programmazione del Festival Articolo 27 Expo –svoltosi a Cuneo dall’11 al 14 settembre – che, giunto alla sua terza edizione, si conferma come centro di aggregazione delle buone pratiche carcerarie sul piano nazionale.
Davide Danni, presidente della neonata Associazione Articolo 27 che organizza l’iniziativa, traccia un bilancio positivo: «abbiamo portato a Cuneo 22 espositori di imprese carcerarie e altre 24 realtà e progetti legati all’economia carceraria che hanno potuto raccontare i propri prodotti e le proprie esperienze. Nel complesso, a Cuneo si sono condensati esempi virtuosi legati al carcere da ben 11 regioni d’Italia, dalla Sicilia al Friuli-Venezia Giulia. Il format del festival Articolo 27 si dimostra vincente sotto l’aspetto del dialogo e dello stimolo al territorio. Siamo già al lavoro per l’edizione 2026 con l’obiettivo di coinvolgere sempre più realtà e di innescare relazioni sempre più strette con la cittadinanza, non solo cuneese».
Nel programma si sono susseguiti rilevanti momenti di confronto con le istituzioni locali e con autorevoli esperti di normativa in ambito carcerario, con l’obiettivo di definire e migliorare le modalità con cui rendere più agevole l’attivazione di percorsi lavorativi in carcere e l’interazione con il mondo produttivo, senza trascurare l’importanza del mondo del volontariato e delle fondazioni bancarie.
Tra le tante testimonianze, quella di Mario Antonio Galati, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta: «gli istituti devono funzionare a partire dalla conoscenza approfondita dei singoli detenuti. Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta contano una popolazione carceraria di 6.000 persone. Il nostro obiettivo è definire e attivare 6.000 percorsi che avvicinino i detenuti al mondo del lavoro, uno per ogni detenuto. Un fattore essenziale perché alle imprese vengano fornite persone che possano lavorare al meglio, solo in questo modo potremo raggiungere risultati positivi».
I numerosi appuntamenti di taglio divulgativo hanno sottolineato il crescente legame della manifestazione con la cittadinanza, che ha partecipato con curiosità ai tanti appuntamenti del palinsesto.
Gherardo Colombo, ex magistrato ora attivo nell’ambito della divulgazione della legalità, ha tenuto nel cortile del Comune di Cuneo un appassionato monologo sul senso del carcere a partire dal dettato costituzionale, aprendo all’analisi di altri tipi di regimi carcerari nel mondo.
L’intervento di Colombo ha preso le mosse dall’Articolo 3, che recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”, specificando come da questo insieme non possano in alcun modo essere escluse le persone in carcere. Da qui, l’ex magistrato ha approfondito quanto il carcere sia «una misura che non può cancellare la dignità di chi lo subisce» arrivando poi a esplorare, in dialogo con il pubblico, l’Articolo 27 della Costituzione nel suo passaggio essenziale per il Festival: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Colombo ha poi analizzato l’evoluzione storica del nostro rapporto con il carcere: «non è cambiato così tanto dai tempi del Codice di Hammurabi. Dopo millenni di storia, continuiamo a declinare il principio dell’”occhio per occhio” traducendolo oggi in anni di detenzione. Per cambiare questa cultura serve partire da noi, da ogni singolo cittadino» in questo modo, aggiunge, «riflettere sul carcere può diventare una palestra per modificare il nostro modo di relazionarci con gli altri.»
Tanti i momenti di racconto del mondo carcerario, a partire da libri, poesie, fumetti e rappresentazioni teatrali, segno della vitalità e delle potenzialità del tema.
Grande l’attenzione del pubblico cuneese per i concerti legati al progetto musicale, culturale e sociale “Parole Liberate. Oltre il muro del carcere”, nato da un bando creato dall’omonima associazione ed emanato dal Ministero della Giustizia, che coinvolge le persone detenute nella scrittura di testi musicali.
Giuliana Cirio, presidente di Fondazione Industriali Ets e presidente onoraria della neonata Associazione Articolo 27 – che riunisce come soci fondatori, oltre a Panatè Società Benefit, Fondazione Industriali Ets, La Gemma Venture e La Strada Società Cooperativa Sociale – commenta così l’edizione 2025 del Festival Articolo 27 Expo: «questa edizione del Festival Articolo 27 ha dimostrato quanto il format sia pronto a trasformarsi in un evento di portata nazionale, rappresentando un importante stimolo a trovare nuove vie per avvicinare mondo del lavoro e mondo del carcere. Se nel giro di qualche anno riusciremo a portare su questo palco manager addetti alle risorse umane del mondo industriale potremo dire di avere raggiunto il nostro obiettivo».
Con questa edizione, sottolinea Davide Danni, presidente dell’Associazione Articolo 27: «Non abbiamo solo creato un ponte per unire carcere, lavoro e cultura, ma abbiamo iniziato a percorrerlo insieme alle tante realtà che hanno preso parte a questa iniziativa».
Per informazioni: info@art-27.it